È di questi giorni l’ennesimo assalto perpetrato al Parco del Piano di Magadino. La Lega dei Ticinesi, probabilmente senza consultare la propria base, ha sparato a zero sul progetto del parco. Giocando sporco: infatti la Lega ha affermato che non approverà il Parco in assenza del collegamento A2-A13. Collegamento affossato nel 2007 dai Ticinesi, che lo considerarono troppo invasivo dell’area del Piano di Magadino. Ora a Berna c’è già un progetto sostitutivo approvato per il collegamento stradale, che utilizza l’attuale asse di attraversamento tra Quartino e l’aeroporto. Su questa variante siamo tutti d’accordo: Berna, Cantone, partiti e associazioni ambientaliste. Quello che manca attualmente per realizzare la strada sono i soldi, non la volontà. Soldi che, detto tra parentesi, probabilmente non arriveranno mai se sarà approvato il raddoppio del Gottardo. Anche qui bisognerà scegliere: meglio il raddoppio per i camion dell’UE, i turisti olandesi e tedeschi o l’autostrada tra Bellinzona e Locarno per noi ticinesi? Ma del Gottardo parleremo prossimamente, ora torniamo al Piano di Magadino. La strada che verrà non può e non deve bloccare il Parco che stiamo aspettando da tanto, troppo tempo. Nella commissione della pianificazione del Gran Consiglio alcune forze politiche fanno una strisciante opposizione alla realizzazione della volontà popolare sul progetto di Parco, e questo è una vergogna. Anche perché il vero scopo di queste forze politiche, è quello di svendere e cementificare anche il poco verde protetto che resta sul Piano di Magadino.
Il progetto di Parco del Piano concretizza l’indirizzo pianificatorio già deciso da Consiglio di Stato e Gran Consiglio e uscito rafforzato dalla volontà popolare scaturita dal voto contro la Variante 95. L’adozione del Piano di Utilizzazione Cantonale (PUC) “Parco del Piano di Magadino” è necessaria per contrastare la continua erosione di terreno agricolo pregiato in una delle zone più sotto assedio del nostro Cantone. La misura più incisiva del progetto del futuro Parco è proprio quella che garantisce in modo tassativo il mantenimento della superficie agricola.
Particolarmente positivo è anche il sostegno che il futuro Ente parco darà agli agricoltori: sono previste misure per la commercializzazione dei prodotti, la creazione di filiere corte (vendite dirette, e così via) e l’orientamento verso forme di produzione e prodotti ecocompatibili. Benché ancora migliorabile, il Progetto del Parco è un primo passo nella direzione della salvaguardia delle ormai sempre più rare zone verdi di pianura nel nostro Cantone. Il progetto di Parco aumenterà l’attrattività turistica del Canton Ticino, la qualità di vita degli abitanti del Locarnese, ed è un primo segnale per il cambiamento di rotta in Ticino: si deve smettere di cementificare ogni metro quadrato di verde con opere di scarsissimo valore come i capannoni, che non portano né ricchezza né lavoro in Ticino.
Il Partito Socialista, che rappresento nella Commissione della Pianificazione, si batte e si batterà intensamente per l’approvazione del Parco. E chiede al consigliere di Stato Zali, responsabile del dossier, di esprimersi formalmente a favore del Parco e di prodigarsi per una sua rapida e completa realizzazione.
Fabio Canevascini, deputato del PS in Gran Consiglio
Pubblicato sul Corriere del Ticino del 21.10.2014: CdT 21.10.2014 PUC Magadino