Il piano di protezione e di utilizzo della acque dell’impianto idroelettrico Ritom, dopo essere stato approvato il 12 settembre dal Consiglio federale è arrivato in Gran Consiglio.
Dopo essere stato approvato il 12 settembre dal Consiglio federale, arriverà prossimamente in Gran Consiglio, il piano di protezione e di utilizzo delle acque dell’impianto idroelettrico Ritom. Analizzerò con attenzione il documento che ci sarà consegnato dall’esecutivo cantonale ma, a grandi linee, posso già dire, a meno di trovare delle sorprese impreviste, che sono favorevole a questo progetto, e che verosimilmente sarò seguito da buona parte del Gruppo PS.
La vicenda del Ritom parte da lontano e val la pena di essere raccontata in quanto si tratta di una storia a lieto fine e ben gestita dalla nostra AET. Nell’autunno 2010, Ferrovie federali svizzere (FFS), Cantone Ticino e Azienda elettrica ticinese (AET) hanno raggiunto un accordo di principio per lo sfruttamento idroelettrico in comune degli impianti del Ritom. Fino ad allora la gestione delle acque del Ritom era di competenza esclusiva delle FFS. La soluzione convenuta con l’accordo di principio prevede la creazione di una società comune con capitale misto per la gestione e lo sfruttamento degli impianti idroelettrici, nella misura del 75 per cento per le FFS e il Cantone Ticino per il restante 25 per cento. Si tratta, come detto, di una grossa novità e di cui potremo approfittare tutti noi ticinesi.
Il progetto del nuovo Ritom costerà 250 milioni di franchi e l’entrata in funzione è prevista nel 2018. Non si tratta solo di un successo in ambito energetico, ma anche in ambito ambientale. Produrrà su per giù la stessa quantità di elettricità di oggi ma lo farà sfruttando meno acqua. Ad averne beneficio, dal punto di vista ambientale, saranno i riali oggi sovente in secca, il fiume Ticino e il lago di Cadagno che sarà tutelato. L’impatto sull’eco-sistema del fiume Ticino sarà ulteriormente ridotto con la costruzione di un bacino di demodulazione con una superficie di circa 30 mila metri quadrati che sommergerà nell’area dove c’è lo stand di tiro di Quinto. Questo bacino permetterà di ridurre gli sbalzi di portata conformemente ai nuovi disposti della Legge federale sulla protezione delle acque entrata in vigore il 1. gennaio 2011 e per ora rimasta lettera morta. La legge sulla protezione delle acque sancisce che, in caso di prelievi da un corso d’acqua, i deflussi residuali devono essere mantenuti a un livello adeguato a valle, al fine di garantire il mantenimento delle funzioni naturali del corso d’acqua (p. es. spazi vitali per la flora e la fauna, strutturazione del paesaggio o alimentazione delle falde freatiche). Nell’ambito della domanda di concessione, cui è abbinato il Piano di utilizzazione cantonale (PUC) sono previste varie opere di rinaturalizzazione. Tra queste anche la rinuncia da parte di AET a sfruttare l’acqua che scende dalla val Canaria e la costruzione di una rampa per la rimonta dei pesci allo sbarramento di Airolo.
Una situazione davvero soddisfacente. L’accordo consente inoltre al Cantone e ad AET di proseguire nella politica di investimento in impianti per la produzione di energia indigena rinnovabile e rafforza la collaborazione fra gli enti pubblici federali e cantonali. Le FFS dal canto loro salvaguardano i propri interessi di approvvigionamento in energia elettrica per la trazione ferroviaria in Ticino, in particolare in vista dell’apertura delle gallerie di base del San Gottardo e del Monte Ceneri. I treni delle FFS sono alimentati per il 70% con energia pulita prodotta dalle centrali idroelettriche. Ciò rappresenta un elemento fondamentale per un’impresa di trasporto che pone la sostenibilità ambientale al centro del proprio agire. E per AET si tratta di un importante tassello che va a rafforzare positivamente la catena idrologica della Leventina.
Come vedete in politica non ci sono solo “gabole” e brutte storie con un finale tragico. C’è spazio anche per belle notizie e per delle ottime soddisfazioni per noi ticinesi. Per fortuna!
Fabio Canevascini, deputato del PS al Gran Consiglio
Pubblicato anche sul CdT del 11.12.2014