Il raddoppio del Gottardo e AlpTransit

Fabio Canevascini

Fabio Canevascini

È partito in questi giorni il referendum per portare al giudizio delle Svizzere e degli Svizzeri la decisione del Parlamento di raddoppiare la galleria autostradale del San Gottardo. C’è da scommetterci: gli animi attorno a questo tema si scalderanno, e parecchio. La situazione è complessa e voglio darvi il mio punto di vista, quello di un ingegnere AlpTransit che da anni lavora al più importante progetto infrastrutturale della Svizzera, se non d’Europa. La situazione attorno al Gottardo è e rimarrà complessa: le soluzioni miracolose non esistono. Ma esiste questa opera colossale che i cittadini elvetici hanno voluto e pagato profumatamente, si tratta di più di 20 miliardi di franchi. AlpTransit: la galleria ferroviaria più lunga del mondo, che trasforma la Svizzera in una pianura, escludendo le montagne che contraddistinguono la nostra Patria. Quando la galleria di base del Gottardo aprirà i battenti, sarà possibile andare da Bellinzona a Zurigo in 90 minuti e con la successiva apertura della galleria di base del Ceneri si andrà da Lugano a Bellinzona in 12 minuti. Una rivoluzione nel concetto di trasporti in Svizzera.

AlpTransit è stata costruita soprattutto per trasferire i camion dalla strada alla ferrovia. Per questo abbiamo votato l’Iniziativa delle Alpi nel 1994. Ora, siamo a un passo dall’apertura e i soliti noti rilanciano per l’ennesima volta l’idea di un secondo tubo. Si tratta delle stesse persone e associazioni che da sempre si battono per il raddoppio, e che visto che il popolo svizzero ha detto loro già svariate volte di no, tentano ora per l’ennesima volta di spacciare gli interessi finanziari di pochi per il bene di tutti. Per far questo utilizzano la carta dell’isolamento. Il Ticino non rimarrà mai isolato: ognuno di noi potrà, durante tutto il periodo del risanamento, prendere la propria auto e andare oltralpe quando e come vorrà: da Pasqua a ottobre il tunnel sarà aperto, d’inverno potrà caricare gratuitamente la macchina su modernissimi treni navetta in servizio tra Airolo e Göschenen (proprio come sotto la Manica che unisce Francia e Inghilterra). Inoltre, come detto, potrà accomodarsi sul treno e in poco più di un’ora essere a Zurigo (vi ricordo che per andarci in macchina, traffico permettendo, ci vogliono minimo tre ore). Certo, bisognerà cambiare qualche abitudine per alcuni anni, e allora? In compenso l’autostrada sarà semideserta in quanto tutti i camion in transito in Svizzera verranno caricati da frontiera a frontiera e scompariranno nel tunnel nuovo di zecca di AlpTransit. Durante il periodo difficile del risanamento, con i soldi risparmiati rinunciando a un secondo tubo (che vanno da 1 a tre miliardi di franchi, a dipendenza di come li si calcola), si potrebbe sostenere l’economia della Leventina con aiuti finanziari mirati per quelle aziende che soffrirebbero della chiusura.

I lavori di risanamento sono anche un’ottima arma che la Confederazione può spendere nelle trattative con l’UE per trasferire il traffico merci dalla strada alla ferrovia. “Ci dispiace,” potrà dire il CF, “per tre anni il Gottardo è chiuso: se volete passare da qua ecco a vostra disposizione un’opera straordinaria costruita apposta per voi: la trasversale alpina! I terminali di carico sono lì, accomodatevi pure!” E se a qualche autotrasportatore straniero la soluzione non aggrada, si può rivolgere più a ovest o più a est e valicare le Alpi in qualche altra nazione. Se invece forniamo loro quattro corsie sotto al Gottardo, sul treno non ci andranno mai.

Insomma vi invito a firmare il referendum a una delle numerose bancarelle che trovate il sabato a Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona, Locarno e Biasca, o a scaricare il formulario sul sito www.noalraddoppio.ch e a firmarlo. Così avrete il diritto, tra qualche mese, di decidere che politica dei trasporti volete in Svizzera.

Fabio Canevascini, deputato del PS al Gran Consiglio

Pubblicato su La Regione del 29.10.2014: LaRegione 2014.10.29 Raddoppio e ATG

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